ore 11.30 > bambine e bambini 1-3 anni
ore 17 > bambine e bambini 3-5 anni
Oltre qui è lì.
Oltre lì è là.
Oltre là è qua?
Questa è la storia
che voglio raccontare.
Una scena semplice, fatta di oggetti neutri. Un personaggio.
Giocando con gli elementi presenti, la protagonista scoprirà un mondo nuovo fatto di dis-equilibrio ed esperienze sensoriali. Attraverso i diversi giochi che via via si susseguono incontrerà quelle che noi chiamiamo emozioni ma che lei non chiamerà. Semplicemente saranno. E alla fine del proprio percorso emotivo un grande mobile sarà pronto ad accogliere tutto il suo vissuto, in un perfetto disequilibrio di emozioni.
Questo spettacolo parla di emozioni, anzi non parla. Le vive. Esattamente come fanno i bambini a cui è dedicato. Anche se ancora non riescono a descriverle a parole, i bambini sono in grado di riconoscere facilmente le emozioni che vengono espresse e contestualizzate in una dimensione adatta alla loro età.
In scena sono presentate sei emozioni: felicità, rabbia, tristezza, disgusto, paura e sorpresa. Le cosiddette emozioni primarie, caratterizzate da espressioni facciali innate e trasversali all’interno di tutta l’umanità.
I bambini (ma anche gli adulti) si ritrovano a conoscere e provare emozioni. E nel loro percorso, dovranno destreggiarsi tra la manifestazione, il riconoscimento e la regolazione di queste. Un compito davvero complesso! La nostra sfida è stata quella di rappresentare questo pensiero all’interno della storia.
La protagonista gioca fisicamente con il tema dell’equilibrio in diversi momenti: ad esempio cerca di stare in equilibrio sul dondolo, prova a fare un percorso sui cubi ma cade, costruisce una torre rotante, costruisce un grande gioco d’equilibrio con tutti gli elementi della scena, gioca con il domino. E all’interno di questo percorso riconosciamo la protagonista un po’ come un’equilibrista all’interno del suo vissuto emotivo.
Per rappresentare il dis-equilibrio emozionale mi sono lasciata ispirare dalle opere di Alexander Calder: mobiles che oscillano nell’aria, liberi e imprevedibili. Nelle sue opere mescola saggiamente forme, colore ed equilibri. Così in scena abbiamo riprodotto un mobile che gioca tra l’equilibrio e il disequilibrio fino a quando l’ultimo “pezzetto” troverà collocazione.