E se gli animali – che i fratelli Grimm ci hanno fatto conoscere come I Musicanti di Brema – uscissero dalla loro favola, o la continuassero fino ai giorni nostri, se si perdessero nelle nostre città, che storia racconterebbero? E se all’asino, al cane, al gatto e al gallo – no, il gallo no, come dice la canzone “il gallo è morto” e al suo posto si unisce al gruppo un’oca – capitasse d’incontrare una cicogna, che sta facendo il suo lavoro di distribuire bambini nelle famiglie del mondo, un po’ disorientata davanti a un indirizzo irrintracciabile… Di qui si parte per il racconto de Le nuove avventure dei Musicanti di Brema nel nostro tempo, sulle strade dei nostri Paesi, e infine dell’Europa. Alla ricerca di una città ospitale, che possa mettere i valori davanti alle apparenze. Ospitare un bambino perché è un bambino, indipendentemente dalla sua provenienza, dal colore della sua pelle, perché la storia del mondo è esattamente la storia degli spostamenti dell’uomo tra un luogo da cui bisogna allontanarsi, o fuggire, e un luogo migliore nel quale approdare e costruire il futuro. La storia I Musicanti, animali oramai vecchi (un cane inglese, un gatto italo-ispanico, un asino tedesco e un’oca francese), si guadagnano da vivere cantando buffe e divertenti canzoni e raccontando storie, girando il mondo (come del resto fanno i nostri spettacoli di strada). L’incontro con una cicogna ferita cambia i loro programmi. Un piccolo bambino, proveniente dall’Africa o dall’Asia, deve essere consegnato a
Madame Europe; ma la signora non si trova, così come sembra impossibile trovare la sua casa. Parte allora il viaggio alla ricerca di via dell’Ospitalità, viaggio che è continuamente interrotto da situazioni comiche e canzoni che illustrano le diverse tappe e avventure che si susseguono. Gli attori cantanti del Teatro Due Mondi portano in scena maschere zoomorfe, costumi multicolori e strumenti musicali, usano lo spazio del teatro in maniera totale ed essenziale. Come avviene in strada è l’architettura che diventa scenografia, il pubblico è parte del racconto, elemento presente e non distante. Diverse lingue vengono parlate in una sorta di gramelot comprensibile a tutti, le rime si rincorrono e si fondono nel canto arricchite da citazioni al mondo
dei clown e alle commedie musicali. Un finale a sorpresa farà sì che il pubblico, accogliendo il bambino in una nuova casa, diventi protagonista e si riconosca nell’Europa che vorremmo.
età consigliata dai 6 anni
tecnica: teatro d’attore, maschera, musica
temi: accoglienza, viaggio, migrazioni