Per “Terrestri?” all’Astra di Vicenza va in scena Kepler-452 con “Il Capitale”, Premio Speciale Ubu 2023

La rassegna serale del contemporaneo prosegue venerdì 1° marzo con l’ultimo lavoro della compagnia bolognese che dal 2015 si occupa di indagare la realtà e condivide il palco con attori non professionisti.

Lo spettacolo è la storia dell’incontro tra la compagnia e i lavoratori metalmeccanici della GKN di Campi Bisenzio, la fabbrica occupata nel 2021 dopo il licenziamento di massa comunicato dalla proprietà via e-mail. Come leggere, oggi, “Il Capitale” di Karl Marx?

(Vicenza, 28.02.2024)

Si intitola “Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto” lo spettacolo della compagnia Kepler-452, vincitore del Premio Speciale Ubu 2023, in scena venerdì 1° marzo, alle 21, al Teatro Astra di Vicenza. L’appuntamento fa parte di “Terrestri?”, la rassegna del contemporaneo curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione del Veneto, della Banca del Veneto Centrale e la collaborazione tecnica di Nardi Out Door. Un lavoro nel quale il testo fondamentale del marxismo è raccontato attraverso la voce e i corpi di un gruppo di operai di una fabbrica occupata, la GKN di Campi Bisenzio: un’azienda, controllata dall’inglese Melrose Industries, che nel luglio 2021, dopo il primo lockdown, cessa la sua produzione di semiassi per automobili a seguito del licenziamento di massa di 422 operai, comunicato dalla proprietà via e-mail. Al licenziamento seguono due anni e mezzo di assemblea permanente con la costituzione del Collettivo di Fabbrica; nel frattempo la Fiom presenta ricorso per violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori e condotta antisindacale. Per svincolarsi dalla vertenza, la Melrose Industries cede la GKN di Campi Bisenzio all’imprenditore italiano Francesco Borgomeo, che ne cambia il nome in QF e nel settembre 2023 richiede nuovamente la procedura di licenziamento dei 185 operai rimasti. Operai che, ancora la notte del 31 dicembre 2023, sono in fabbrica, insieme a migliaia di persone convenute per dare sostegno alla loro lotta. Ed è proprio dell’inizio del 2024 la notizia della vittoria in tribunale della Fiom e dell’annullamento dei licenziamenti. Una situazione che, però, rimane incerta, con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso che chiede un progetto industriale sostenibile nel tempo per attivare le misure statali possibili.

Scritto e diretto da Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, lo spettacolo è prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT/ Teatro Nazionale e vede in scena lo stesso Nicola Borghesi con Tiziana De Biasio, Francesco Iorio, Dario Salvetti, Massimo Cortini/ Mario Berardo Iacobelli/ Alessandro Tapinassi (Collettivo di fabbrica lavoratori GKN). Luci e spazio scenico a cura di Vincent Longuemare, sound design di Alberto Bebo Guidetti, video e documentazione di Chiara Caliò, consulenza tecnico-scientifica su “Il Capitale” di Karl Marx di Giovanni Zanotti.

La sua genesi risale al 2021 quando, dopo la fine del primo lockdown, la compagnia bolognese – fondata nel 2015 dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello – decide di mettere in scena “Il Capitale” di Karl Marx, spinta dall’urgenza di mettersi in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. “Come leggere, oggi, Il Capitale?”, si è domandata la compagnia. “Sfogliare, per ogni sua pagina, una pagina della realtà. Cercare nella realtà che ci circonda, nella cronaca, nella vita, nelle relazioni, nelle persone, dove quelle pagine diventano qualcosa di concreto, umano, vivo. Sfogliando, e mettendoli a confronto”.

Borghesi e Baraldi decidono così di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone, luoghi, accadimenti. Parlano con braccianti agricoli sikh, lavoratori della logistica, sindacalisti di base. Un giorno finiscono in una fabbrica, la GKN di Campi Bisenzio, appunto, che ha appena chiuso: il 9 luglio 2021, infatti, i 422 operai che ci lavorano ricevono la mail con la comunicazione che non devono tornare al lavoro il giorno dopo: sono licenziati. Da quel giorno occupano la fabbrica, organizzano una mensa, un ufficio propaganda, dei turni di guardia, per impedire che venga smantellata. Kepler entra per la prima volta alla GKN all’inizio dell’autunno. Gli operai li invitano a mangiare il cinghiale con loro. La compagnia accetta e, anzi, si ferma a vivere lì per un po’ e raccoglie materiale per lo spettacolo: loro dormono lì, dentro la fabbrica occupata, su delle brandine, e guadagnano anche un soprannome (in fabbrica tutti ne hanno uno), legato alla loro costante presenza e al numero di domande che rivolgono agli operai in presidio: “quelli della DIGOS”. Nel tempo che trascorrono alla GKN, Borghesi e Baraldi intervistano centinaia di operai, partecipano a picchetti, assemblee, manifestazioni. Ascoltano, osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo creativo tra “Il Capitale” e quello che succede al presidio. Poi, la loro attenzione si concentra su quattro persone in particolare: due operai addetti al montaggio, una addetta alle pulizie e un manutentore, che invitano in teatro con loro, a Bologna, per fare insieme uno spettacolo. Comincia così la creazione de “Il Capitale. Un libro che non abbiamo ancora letto”. Uno spettacolo – spiega la compagnia – che racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto. Lo spettacolo è anche la storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici nell’autunno del Capitale. È uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera”.

La compagnia
Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna. Fin dalla nascita la compagnia coltiva un’ambizione, un desiderio, un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata in scena.

I formati teatrali realizzati da Kepler-452 spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del “Festival 20 30” che, a partire dal 2014, ha portato in scena varie centinaia di under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale. A partire dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale che porta alla realizzazione, nel 2018, di “Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, spettacolo vincitore del Premio Rete Critica 2018, in cui il testo di Cechov incontra la storia di uno sgombero realmente accaduto in Italia nel 2015; “F. – Perdere le cose”, che debutta a Vie Festival nel 2019, e affronta la vicenda di un migrante senza documenti che, secondo la legge italiana, non può entrare in scena; nel 2022 debutta “Il Capitale – Un libro che ancora non abbiamo letto”, in cui il fondamentale testo di Marx è raccontato attraverso la voce e i corpi di un gruppo di operai della GKN di Firenze, un’azienda i cui lavoratori sono stati licenziati in blocco via e-mail nel luglio del 2019.

La rassegna “Terrestri?”
Dal 3 novembre al 21 maggio, il cartellone propone appuntamenti di qualità con spettacoli e artisti pluripremiati. Protagonisti della stagione serale vicentina i grandi nomi Antonio Rezza, Mario Perrotta e Roberto Castello, le compagnie sempre innovative Sotterraneo, Kepler-452, Fanny & Alexander e Muta Imago, i giovani affermati Matilde Vigna e Lorenzo Maragoni e i nuovi artisti Baladam B-side, Alberto Boubakar Malanchino e Fieno/Di Chio.

I biglietti sono in vendita al costo di 15 euro per l’intero, 13 euro per il ridotto, 10 euro per i gruppi con minimo dieci persone e 7 euro per gli studenti delle scuole superiori, i possessori di University card e gli allievi dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni.

Ufficio Stampa

Elena Guzzonato
La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
+39 333 2402715 – elena.guzzonato@piccionaia.org

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