Una performance che prende origine dallo studio del famoso quadro della tempesta del Giorgione conservato presso la Galleria dell’Accademia di Venezia. “Tempèstas” in origine significò “momento del giorno”, solo in seguito divenne una condizione, unoì stato atmosferico e infine, in modo speciale, un tempo burrascoso e rovinoso. Ne “La Tempesta”, nel “Fregio” e in altri dipinti di Giorgione, l’attimo fulmineo viene congelato nella rappresentazione naturale del lampo, dell’atmosfera e della luce di un Veneto che non ritornerà, catturato dallo sguardo che fissa la stagione e le fasi del ciclo di vita vegetale, sconvolto dal vento, saturato dalle buie nubi incombenti. Erba, terra, vento, nebbie, acqua, luce e nembi: la natura offre un codice di rappresentazione. Nella scena di Anagoor la consapevolezza del contemporaneo si affida alla memoria storica della pittura giorgionesca per raccontare, per immagini, l’amore tra due adolescenti