David Foster Wallace e la crisi dell’attenzione nella società dell’ipertesto
Si è affacciato alla ribalta della nuova scena emergente nel 2005, guadagnandosi un posto tra le compagnie finaliste di Premio Scenario. Da allora, il collettivo fiorentino Sotterraneo ne ha fatta di strada, raccogliendo con i suoi lavori successi a livello nazionale – Premio Lo Straniero, Premio Speciale agli Ubu, gli Oscar del teatro italiano (2009), Premio Hystrio-Castel dei Mondi (2010), Eolo Award (2012) – e internazionale, in due importanti festival a Sarajevo (2011) e Birmingham (2012 e 2016). Ed ora, a distanza di 10 anni esatti dalla sua prima apparizione al Teatro Astra con lo spettacolo “Post-it”, sta per tornare sul palcoscenico vicentino con la prima data veneta del suo ultimo lavoro, dal titolo “OVERLOAD”.
Co-prodotto dal Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona nell’ambito di APAP – Performig Europe, Programma Europa Creativa dell’Unione Europea, lo spettacolo è frutto di un’ideazione collettiva, scritto da Daniele Villa e interpretato da Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati e Giulio Santolini.
Con questa nuova produzione, la compagnia torna a interrogare il presente con caustica leggerezza, come aveva fatto in lavori precedenti come “Homo ridens”, “Be normal!”, “Be legend!”, “War now!”, passando il Teatro Ragazzi con il geniale “La Repubblica dei bambini”, ospitato al Teatro Astra nel 2012. Una poetica che si muove – come spiega la compagnia – “focalizzando le contraddizioni della contemporaneità secondo un approccio avant-pop, in equilibrio tra l’immaginario collettivo e il pensiero anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza che allena la coscienza critica del pubblico”.
“OVERLOAD” è la nuova tappa di questo percorso, con la quale Sotterraneo ha fatto incetta di consensi. Definito dalla critica “arguto e beffardo, lucido e spietato, ironico e surreale”, lo spettacolo è un “ipertesto teatrale sull’ecologia dell’attenzione” – come recita il sottotitolo. Al centro del lavoro, la figura e l’opera dello scrittore di culto David Foster Wallace, l’autore di “Infinte Jest”, che ha raccontato le difficoltà relazionali, le droghe, la competizione sociale, lo strapotere dei media e dello spettacolo nella società contemporanea. E proprio in linea con il gusto pop tipico di Sotterraneo, la messa in scena è costruita come un gioco, con la partecipazione degli spettatori: Wallace, infatti, è rappresentato nell’atto di pronunciare un discorso, che tuttavia assume presto la struttura di un ipertesto, dove link improvvisi innescano senza soluzione di continuità possibili azioni e immagini, creando un rimando incessante a contenuti extra che solo il pubblico decide se attivare o meno. Così, il discorso rischia di non compiersi mai, frantumato da un sistema di salti e interruzioni molto simile alla nostra esperienza quotidiana.
“Sovrastimolati dalle informazioni – spiega la compagnia – viviamo in uno stato di allerta continua che gli antichi conoscevano solo in battaglia. Il rumore di fondo cresce in tutto il pianeta, troppo distratto anche solo per riuscire a sopravvivere. Non dovremmo forse fare più silenzio e prestare più attenzione? Guardiamoci da vicino: stiamo tutti mutando… in qualcosa di molto, molto veloce”