Esistono nel mondo alcune “nazioni in miniatura”. Piattaforme petrolifere abbandonate, isole o piccole porzioni di terraferma dove non vige alcuna giurisdizione o controllo politico-militare e dove alcuni soggetti, preso il controllo del territorio, hanno emanato proprie leggi, coniato una nuova moneta, strutturato proprie istituzioni e avviato rapporti con territori vicini. Qui l’esercizio di cittadinanza può ripartire da zero, porsi domande originarie sul fare società e rispondere con modalità inedite. Ne La Repubblica dei Bambini si parte dalla scena teatrale come piattaforma vuota su cui costruire una micronazione: servono delle leggi; servono dei luoghi; servono delle cose. Si è liberi di costruire come si vuole: la scena deserta lentamente si popola e riempie, di modo che ai bambini sia dato vedere come da un vuoto si possa edificare una Polis.