Alice e Teo sono due bambini turbolenti. Inventano una diavoleria dopo l’altra per fare impazzire la loro maestra, che alla fine è costretta a licenziarsi.
Arriva allora a scuola un nuovo direttore: un Troll.
È un direttore spietato: costringe i bambini a lavorare tutto il giorno in una miniera d’oro; non appena un bambino fa una cattiva azione, viene mangiato dal Troll. Alice e Teo cercano allora di ribellarsi, ma nessun adulto sembra prendere sul serio la loro angoscia.
Dietro il racconto della scuola, c’è la realtà che incombe: la rappresentazione Trollifica di una dittatura, lo sfruttamento del lavoro minorile, la consapevolezza di cos’è l’ingiustizia, il concetto di capro espiatorio, in particolare la figura del barbaro, nel senso etimologico, che non parla la nostra lingua, che non viene compreso e che viene escluso dalla società.