“Inferno” è il sogno di continuare a fare del teatro un luogo vivo, capace di trasformare le cose e persone. È il bisogno di fare un teatro necessario, che si occupi prima delle persone che di se stesso. In scena, attori che non fingono: anzi, sono se stessi, per raccontare il mondo delle persone con disabilità facendo esplodere il loro bisogno di esserci, di gridare con rabbia e con calma, con ironia e con gioia la loro fame di vita e la loro imperturbabile determinazione nel raccontarsi. Attori non-attori, pezzi di mondo che salgono sul palco per affermare che esistono, e per la nostra necessità di conoscerli e di creare un ponte tra mondi che nella nostra società vivono separati l’uno dall’altro. Autentico allora è il bisogno di dire, perché coincide col bisogno di essere.