Ho un lupo nella pancia

La Piccionaia / Babilonia Teatri

Ven 23 Ottobre 2015, 21:00
Info

testo e regia Valeria Raimondi e Enrico Castellani
parole Enrico Castellani
con Carlo Presotto, Matteo Balbo e Pierangelo Bordignon
scene, costumi e registrazioni audio Babilonia Teatri
grafiche e foto di scena Eleonora Cavallo

produzione La Piccionaia – Centro Produzione Teatrale

Lo spettacolo si inserisce all’interno del più ampio progetto FAVOLE DA MANGIARE realizzato insieme a Prodigi Educational www.prodigieducational.it

In effetti ogni tanto, facendo attenzione, lo sento che va in giro. Non è proprio fame… E’ qualcosa che mi muove e che si muove.

Cibarsi non è solo un bisogno primario. Per noi umani è uno dei luoghi più importanti della relazione con chi ci sta intorno, luogo in cui prendono forma le nostre paure ed i nostri desideri. L’esplorazione di questo luogo magico e gustoso è una avventura che ha fatto venire l’acquolina in bocca agli artisti di Babilonia Teatri e della Piccionaia, dopo un assaggio realizzato per il Napoli Teatro festival del 2009. E dopo tante avventure, laboratori con i ragazzi, libri studiati e piatti assaggiati, è arrivato il momento di sfornare il risultato… Di che gusto sarà?

Abbiamo deciso di scrivere una storia. Protagonista è Bianco, un bambino che non mangia mai…beve soltanto. La storia porta all’estremo e oltre il limite del verosimile atteggiamenti, situazioni e tensioni proprie della relazione col cibo per arrivare a trattare metaforicamente di questioni che ci riguardano da vicino. La storia si fa così archetipo del bisogno di ogni bambino di trovare nel cibo non solo la possibilità di nutrirsi, ma un’occasione per ricevere cura e attenzione: amore.

Attraverso il tema dell’alimentazione vengono così narrati alcuni passaggi tipici dell’età dello sviluppo e sottolineata l’importanza relazionale del cibo con particolare riferimento al rapporto adulto/bambino. La richiesta di cibo – così come il suo rifiuto – è una delle modalità con la quale i bambini, ma non solo, cercano di comunicare i propri bisogni, ansie e paure. Nella frenesia della quotidianità, a cui spesso si aggiungono le difficoltà e le paure dell’età adulta, il muro dell’incomunicabilità appare però invalicabile. Ecco allora che il “lupo” si fa sentire più forte, sembra quasi riuscirci a sbranare…

Il senso del gusto accompagna la costruzione delle nostre relazioni con il mondo, portandoci a tessere continui legami tra il sapore del cibo e le persone che ce lo preparano o ce lo porgono, dagli altri che sono insieme a noi quando mangiamo. Così, per esempio, ci allontaniamo dal dolce rassicurante del latte materno alla ricerca di cibi salati, assaggiamo il mondo e le persone intorno a noi, ridiamo e mastichiamo i sapori aspri che ci fanno fare le boccacce, finché impariamo ad assaporare anche l’amaro, ed iniziamo ad essere grandi.

L’impianto scenico dell’allestimento ricrea i luoghi di una quotidianità familiare al cui interno il piano del racconto e il piano dell’azione trovano una sintesi che li lega assieme come gli ingredienti di una ricetta ben riuscita.