Una sola condizione accomuna tutti gli esseri umani: quella di figlio. Veniamo gettati nella vita come figli e, sebbene ognuno di noi possieda un’origine, questo inizio non è sotto il nostro controllo. Il personaggio di Amleto di Shakespeare sembra incastrato in un comando di vendetta che il padre gli impone, ma che lui non riesce a portare a termine fino all’ultima scena della tragedia. Dall’apparente incapacità del figlio ad agire si sviluppa l’idea di questo spettacolo, che traduce in immagini suggestive il difficile processo di individuazione di una persona.
La compagnia italiana Dewey Dell presenta un lavoro la cui ricerca coreografica studia la corporeità dei riti di possessione, mettendo in scena la strada tortuosa percorsa da Amleto per raggiungere se stesso.
Dewey Dell è una compagnia di danza e performing arts fondata nel 2006 da Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Demetrio Castellucci ed Eugenio Resta, dal 2020 diretta da Teodora e Agata con base tra Berlino e Cesena. La loro ricerca sul movimento esplora tematiche antropologiche e le loro coreografie sono ispirate dalle immagini della storia dell’arte e dai comportamenti del regno animale. Dal 2006 Dewey Dell ha prodotto i seguenti lavori: à elle vide (2007), KIN KEEN KING (2008), Baldassarre (2008), Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti (2009), Grave (2011), Marzo (2013), Trasmissione Verticale (2016), Sleep Technique – A Response to the Cave Chauvet Pont d’Arc (2017), Deriva Traversa (2017), il dittico I Am Within e I Am Without (2018). I loro lavori sono stati presentati nel mondo in contesti quali: Arts House e Melbourne festival in Australia, Rencontres Chorégraphiques e Palais de Tokyo a Parigi, Wesleyan University in Connecticut USA, International Mime Festival al Barbican di Londra, A l’Arme Festival a Berlino, Steirischer Herbst a Graz, BIT Teatergarasjen a Bergen.