grammatica della fantasia
carlo presottoPer creare, e per vivere, bisogna sbagliare. Imparare ad accogliere gli errori e trasformarli in esperienza.
Le storie di Gianni Rodari (Grammatica della Fantasia, Il libro degli errori) e le invenzioni di Bruno Munari (Fantasia, Da cosa nasce cosa) ispirano un percorso divertente ed impertinente tra tanti sbagli d’autore per affrontare una tematica importante.
Chi non fa non sbaglia. Eppure, oggi sempre più spesso ci sentiamo bloccati dalla paura dell’errore, dal peso del giudizio degli altri sulle nostre azioni.
Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio, la Torre di Pisa.
Sophie ama giocare con le parole, ma Sophie non ne fa una giusta. E non sopporta che tutti glielo facciano notare. A volte vorrebbe che tutti la vedessero per quello che è, a volte vorrebbe essere trasparente. Di fronte all’ultimo rimprovero, decide di rifugiarsi nello scantinato della scuola per non uscirne più.
Ma una volta scese le proibitissime scale Sofia scopre che si tratta di una porta per un altro mondo. È il territorio di Gianni, un compagno che muove sempre le mani quando parla, e a volte si dimentica di usare la voce. Nella sua famiglia si parla la lingua dei segni. Gianni è un esperto del sentirsi sbagliati, ha trasformato lo scantinato nel suo museo degli errori, con cui gioca usando una vera e propria grammatica. La Grammatica della Fantasia. Giocando con lui Sophie impara a inventare storie all’incontrario, a partire da una parola lanciata nello stagno come un sasso, oppure da due parole diverse tra loro, insomma ad usare le parole e le storie come giocattoli.
Per arrivare, alla fine a mescolare le lingue, la lingua italiana dei segni e l’italiano, il linguaggio del corpo e quello degli oggetti, e finalmente, insieme al suo amico, mostrarsi a tutti per ciò che desidera essere.
Lo spettacolo costruito con una particolare attenzione all’inclusività viene interpretato da Emilia Piz, attrice, e da Nicola Noro, interprete e performer LIS e LISt.
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