Il narratore, il nonno Gianni, parla di una bambina che nessuno a scuola vuole vicino a sé; per farle capire che potrà conquistarsi un posto assieme agli altri suoi compagni narra la storia di Celeste che i colori dell’arcobaleno non volevano. Celeste – il colore – parte per un viaggio nel mondo dei colori, li conosce, esperimenta le loro caratteristiche, pregi e difetti, trasformazioni e legami con figure e personaggi, infine, superata una grande difficoltà, viene riconosciuto e accettato dagli altri colori fino a comporre l’arcobaleno, con soddisfazione e gioia.
Così succede anche alla bambina, che di nome fa Celeste: anche lei, accompagnata dal nonno-narratore, dimostrerà le sue capacità e valori e i suoi compagni di scuola la considereranno e la accetteranno gioiosamente. I colori dell’arcobaleno sono i protagonisti dell’opera, con i loro significati, i risvolti antropologici, folkloristici, pedagogici e didattici. Attraverso la metafora della storia di Celeste, lo spettacolo parla con semplicità di diversità e integrazione. I linguaggi utilizzati sono la narrazione, pittura di scene e personaggi dipinti dal vivo e animazione di figure, capaci di coinvolgere e stupire i bambini.
Le azioni si integrano a sensazioni ed emozioni per una fiaba sull’amicizia e l’inclusione.