Una storia dolorosa, indimenticabile, quella di Liliana Segre che a soli 13 anni viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Un racconto che nasce dalla personale esigenza di aiutare le giovani coscienze a familiarizzare con fatti dolorosi che fanno parte del nostro passato attraverso gli strumenti più adatti. Il testo, scritto da Daniela Palumbo, ci parla in modo semplice, diretto di un’infanzia felice e spensierata, quella di Liliana bambina, di un’adolescenza stravolta, di un viaggio al limite della sopravvivenza e di una prigionia che si fatica ad immaginare. Di un ritorno, difficile, faticoso, e di un amore, infine, che fa rinascere.
Lo spettacolo pone temi fondanti come la difficoltà di discernere il bene e il male nel rapporto tra etica e legge scritta, il concetto di identità personale e collettiva, la presa di coscienza dell’importanza delle politiche di welfare e della tutela dello Stato verso i suoi cittadini.