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Lo spettacolo
Il racconto dal vivo non trasmette soltanto una storia, ma diventa relazione affettiva, trasformandosi in un dono prezioso.
La bisnonna del mio nonno era russa e raccontava sempre una storia al nonno del mio nonno, che a sua volta la raccontava alla mamma del mio nonno, fino ad arrivare a mio nonno, e poi a me. Io ho sempre ascoltato quella storia, sin da piccolo.
Una storia che mi ha raggiunto attraverso tante voci, voci vere, voci vive.
Credo di essere diventato attore proprio allora, per poterla raccontare a mia volta.
La storia è quella de “Il principe Ivan e il lupo grigio”, fiaba popolare russa presente nella raccolta di Aleksandr N. Afanasjev. Una storia che intreccia cavalieri, uccelli di fuoco, cavalli d’oro, lupi e principesse. Una storia fatta di bivi, dove il desiderio e la curiosità spingono a fare delle scelte e a commettere degli errori, che inevitabilmente condizionano il percorso e allo stesso tempo aiutano a crescere.
Un’occasione per avvicinare il pubblico a questa fiaba simbolicamente potente, e per ricordare il piacere della narrazione, la forza del racconto orale, e la magia delle storie tramandate e conservate nel tempo.
Perché il racconto dal vivo non trasmette soltanto una storia, ma diventa relazione affettiva, trasformandosi in un dono prezioso.
Insieme all’attore sul palco c’è una grande matriosca che simboleggia, nella sua scomposizione iniziale, le diverse generazioni che hanno tramandato la fiaba; mentre la sua ricomposizione durante la narrazione accompagna la crescita del protagonista nel susseguirsi delle vicende.
Una crescita che porta Ivan da giovane ragazzo a diventare uomo, come accade in ogni viaggio di iniziazione che le fiabe ci raccontano.