Su di un palcoscenico, dei Commedianti dell’Arte di una compagnia di terz’ordine, vogliono intrattenere il pubblico raccontando una storia lugubre e strana: quella dell’usuraio Shylock che pretende una libbra della carne dell’odiato Antonio, come interesse per una somma prestata.
È il “Mercante di Venezia” shakespeariano, che si avvale delle maschere della tradizione italiana per narrare, divertendo, l’imbroglio, la menzogna e la perversione dei rapporti basati solo sul valore del danaro…
Una storia antica che riesce a parlare ancora e forse più fortemente a noi uomini di oggi.
In questo nostro “Mercante”, protagonisti, come detto, sono la Maschera, che rappresenta l’ambiguità e la bugia ed il Palcoscenico, quale spazio dell’azione, come la vita è il teatro dell’umana finzione. Tutto l’intreccio delle relazioni tra questi Comici è basato su di un rapporto di dare ed avere, sull’uso della maschera per rubare “umanità”, rendendo così credibile la menzogna.
E se il pubblico si divertirà a questo spettacolo e riderà di quello che sulla scena sta succedendo, sappia che sta ridendo amaramente di se stesso…