Sarajevo 1992-1996. L'assedio più lungo


inaugurazione della mostra fotografica con l'autore Mario Boccia


Sala degli Zavatteri - Basilica Palladiana

Ven 9 Maggio 2025, 18:00
Info

Le immagini della mostra sono state scattate a Sarajevo tra il 1992 e il 1996, durante e oltre i 1425 giorni dell’assedio. Sono concentrate sulla resistenza civile della città, cercando di raccontarne il dramma senza mostrare il sangue.
La Sindaca di Sarajevo, Benjiamina Karic, disse all’autore delle foto: “Hai fotografato la vita, non solo la guerra”. Dunque, un approccio diretto con la città, con i suoi abitanti straordinariamente ospitali, pur nel dramma dell’assedio.
Il mondo fotografato non è solo quello degli assediati, ma anche degli assedianti anche per cogliere la propaganda di guerra, il razzismo suprematista e il revisionismo storico che hanno infranto i legami di un luogo dove diverse culture convivevano in pace: Musulmani, Serbi, Croati. Il fanatismo indotto stravolge i valori umani elementari e una persona può diventare un cecchino capace di sparare a un bambino che gioca.

Fotografie che vogliono fissare una terribile realtà per farne memoria e coinvolgerci perché tutti siamo vulnerabili se non si recuperano quei valori universali che pongono al centro la pace tra i popoli, centro da conquistare con una visione e un approfondimento culturale.

MARIO BOCCIA è un fotogiornalista che ha prodotto reportage su questioni internazionali lavorando in scenari di guerra in Europa, Africa, Medio Oriente e Centro America. È anche scrittore: da ultimo ricordiamo il bellissimo libro illustrato “La fioraia di Sarajevo”.

alle 16.30 l'autore presenta il suo libro "La fioraia di Sarajevo"

presso Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza – Palazzo Cordellina

Febbraio 1992. Mario Boccia, fotoreporter, attraversa il mercato di Sarajevo. Il suo sguardo incontra quello di una donna, una fioraia. Lui è colpito dai suoi occhi, lei dalle due macchine fotografiche che lui porta al collo. Un rapido scambio di parole, un caffè insieme. A dicembre dello stesso anno il fotografo è di nuovo lì. Sarajevo è ormai – sotto gli occhi distratti dell’Europa – prigioniera di un assedio feroce che durerà quattro anni e dalle finestre si sente gridare Pazite, Snajper! (attenzione, cecchino!).

ingresso libero

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