La fioraia di Sarajevo


presentazione del libro con l'autore Mario Boccia


Biblioteca Civica Bertoliana - Palazzo Cordellina

Ven 9 Maggio 2025, 16:30
Info

l’autore Mario Boccia presenta il suo libro “La fioraia di Sarajevo”
edizioni Orecchio Acerbo
illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini

Febbraio 1992. Mario Boccia, fotoreporter, attraversa il mercato di Sarajevo. Il suo sguardo incontra quello di una donna, una fioraia. Lui è colpito dai suoi occhi, lei dalle due macchine fotografiche che lui porta al collo. Un rapido scambio di parole, un caffè insieme. A dicembre dello stesso anno il fotografo è di nuovo lì. Sarajevo è ormai – sotto gli occhi distratti dell’Europa – prigioniera di un assedio feroce che durerà quattro anni e dalle finestre si sente gridare Pazite, Snajper! (attenzione, cecchino!). Ma quella donna resiste con i suoi fiori apparentemente superflui. Lui le chiede a quale etnia appartenga e la risposta è: «Sono nata a Sarajevo». Il fotografo le chiede allora quale sia il suo nome e lei scarabocchia qualcosa su un foglietto: “Fioraia”. Nessun nome, nessuna etnia, nessuna appartenenza.

Da allora, tornare a trovarla diventa per Mario un appuntamento cui non mancare. Anche nel 1994, dopo il massacro di Markale, la tragica strage del mercato di Sarajevo, il fotografo la ritrova al suo posto. Fino al giorno in cui al suo banco lei non c’è più. E neanche i suoi fiori. Se ne è andata per sempre quella donna che aveva deciso di essere -prima di tutto e nonostante tutto- la fioraia di Sarajevo.

Un libro per ricordare chi non volle piegarsi alle divisioni etniche e religiose.
Una storia, delicata e struggente, di dignità e resistenza.

a seguire inaugurazione della mostra fotografica "Sarajevo 1992-1996. L'assedio più lungo" con l’autore Mario Boccia

ore 18.00 presso Sala degli Zavatteri – Basilica Palladiana di Vicenza

Le immagini della mostra sono state scattate a Sarajevo tra il 1992 e il 1996, durante e oltre i 1425 giorni dell’assedio. Sono concentrate sulla resistenza civile della città, cercando di raccontarne il dramma senza mostrare il sangue.
Il mondo fotografato non è solo quello degli assediati, ma anche degli assedianti anche per cogliere la propaganda di guerra, il razzismo suprematista e il revisionismo storico che hanno infranto i legami di un luogo dove diverse culture convivevano in pace.

ingresso libero

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