Pazi Snajper - Attenzione al cecchino


con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani


Teatro Astra

Sab 10 Maggio 2025, 21:00
Info
Acquista
Prenota

con Roberta Biagiarelli e Sandro Fabiani
regia Luca Bollero
immagini Luigi Ottani
progetto luci Andrea Violato
assistente alla produzione Barbara Pasquariello
cura tecnica Alessandro Bigatti
suoni e musiche Saverio Cigarini
abiti di scena Oro Nero Creazioni
ricerche Azra Nuhefendic, Kanita Ita Focak, Nedim Arnautovic, Isabella Scaramuzzi
si ringraziano Jovan Divjak, Gigi Riva, Paolo Rumiz, Mario Boccia, Luisa Morfini e Sabrina Morena
foto di scena Barbara Pasquariello

Una riflessione sulla violenza e del pericolo che non riguarda solo gli Altri, ma riguarda tutti noi. I nostri diritti e quelli degli Altri. Le conquiste di guerra spesso vengono congelate per raggiungere accordi di pace, i partiti nazionalisti restano al potere rafforzandosi e le divisioni si approfondiscono scavando fossati.

L’autrice e interprete Roberta Biagiarelli, appassionata e profonda conoscitrice di vicende balcaniche, dopo la sua longeva testimonianza teatrale sul genocidio di Srebrenica (debutto nel 1998 e ancora oggi in scena), prosegue nel suo impegno mettendo al centro del suo progetto la realtà dell’assedio nella città simbolo di Sarajevo.
Ne nasce così un testo originale creato grazie alle testimonianze dirette e ai racconti di amici e amiche che sulla loro pelle hanno vissuto quell’assedio e che, per metafora, ci restituisce un catalogo di metodi di sopravvivenza escogitati dalle persone che da un giorno all’altro si ritrovano aggredite nella loro intimità, strette nella morsa crudele della violenza da qualche parte nel mondo.

L’azione scenica è ambientata in due situazioni parallele: l’abitazione di una coppia che resiste alla barbarie della guerra e la postazione di un cecchino nel suo ossessivo flusso interiore.
Lui e Lei sono una coppia rimasta a vivere in un appartamento di un condominio abbandonato di un quartiere svuotato nella Sarajevo assediata degli anni Novanta, in attesa che qualcosa accada o che qualcuno arrivi a modificare la loro condizione, come nella famosa pièce di Samuel Beckett ‘Aspettando Godot’.
Lui e Lei, esattamente come Vladimiro ed Estragone, fingono una normalità: litigano, fanno pace, giocano, sognano, pensano di separarsi… ma alla fine restano l’uno legato all’altra e passano il tempo ad inventarsi modi e metodi per sopravvivere alla fame, al freddo, alla paura. Le loro giornate sono scandite da scelte da prendere in ogni istante: uscire o meno a riempire la tanica d’acqua? Chi esce? A che ora? Rischiando di finire dentro al mirino di un cecchino. Anche nel nido del cecchino-carnefice c’è una condizione di scelta e di attesa: quella delle sue vittime.

Gli snajpers siano essi uomini o donne che decidono di fare questo ‘lavoro solitario’, osservano dall’alto della loro postazione lo scorrere della vita nella città ferita. Il loro tiro andato a segno dà loro la soddisfazione di un lavoro ben fatto, il risultato è un crimine che li lascia impuniti. Due mondi destinati ad incrociarsi attraverso il mirino di un fucile di precisione.

Il capolavoro di Samuel Beckett pervade e ispira il dispiegarsi dell’azione scenica: omaggia il teatro resistente fatto dalla scrittrice e intellettuale americana Susan Sontag che nel buio della guerra a Sarajevo debuttò con gli attori del Kamerni 55 proprio con “Aspettando Godot”, le prove durarono mesi, sospese per le bombe e riprese a notte fonda, enormi le difficoltà a cui andò incontro la piccola compagnia teatrale.” Una, tra le azioni di resistenza, per mantenere vivo lo spirito della città, per omaggiare chi durante un assedio, come in ogni altra situazione estrema, non rinuncia ai valori vitali dell’arte e della cultura per non cedere alla barbarie.”
Il tutto ci suggerisce una riflessione profondamente contemporanea, quella di un’attesa immobile dove nulla è assurdo e tutto invece è terribilmente reale, come il tempo di guerra che ci troviamo a vivere.

alle 19.30 aperitivo teatale "Fiori rossi sulla pelle" con Carlo Presotto e Paola Rossi

presso foyer del Teatro Astra

A metà degli anni Novanta Giacomo Verde, Carlo Presotto e Paola Rossi realizzano uno spettacolo in teleracconto sul tema della guerra in Bosnia vista da uno sguardo bambino.
Il viaggio a Sarajevo nell’ottobre 1996, il lavoro con i bambini di Vicenza e di Muggia (TS), la storia di una creazione artistica che diventa impegno civile: a trent’anni di distanza riprende vita un frammento di quel lavoro, tra presente e memoria, accompagnato dal racconto di Carlo Presotto e Paola Rossi.

ingresso libero

> scopri qui