storto

scuola secondaria di 1° grado

inquanto teatro

Mar 27 Febbraio 2024, 09:30
Mar 27 Febbraio 2024, 11:00
Info

con Elisa Vitiello, Davide Arena/Stefano Iagulli 
testo Andrea Falcone, Matilde Piran
disegno luci e tecnica Monica Bosso
illustrazioni Mattia BAU Vegni 
elementi scenici Eva Sgrò, Massimiliano Galligani
foto Marco Borrelli
regia Giacomo Bogani

vincitore Premio Scenario Infanzia 2018 e finalista in-Box Verde 2019 

“Perché anch’io ho diritto di sbagliare, ogni tanto.
Ho diritto. Capito? Ho diritto di cambiare strada.
D
i deragliare. Di essere un problema.
Di andare storta. Di esserlo.”

Storto è uno spettacolo su una fuga e un ritorno; è una graphic novel teatrale spietata e pop; è la ricerca di una lingua per raccontare la diversità e il conflitto, dando voce ai sentimenti di chi li vive.

Sopravvivere al liceo è complicato. Ognuno cerca il proprio posto e per trovarlo è disposto a nascondere le parti di sé per cui prova vergogna. Che succede quando quella parte di te è in realtà un’altra persona? Come entra nella tua identità il fatto di avere un fratello disabile? Oppure: cosa puoi fare se ti senti “diverso” dagli altri, ma non riesci a capire il motivo? Se niente di quello che ami sembra piacere a qualcun altro?

Storto è uno spettacolo che parla di barriere e di modi per superarle. Lo fa dal punto di vista di due studenti del liceo, ragazzi normali eppure in difficoltà, che scappano insieme, ancora prima di conoscersi. È l’inizio di un viaggio che li porterà ad accettare se stessi. Entrambi “Storti”, a loro modo. Ma i “dritti”, poi, esistono sul serio?

All’origine di questo spettacolo c’è un testo autobiografico di Matilde Piran, giovane autrice veneta, scritto durante il suo Biennio a Scuola Holden. Da quel nucleo è iniziato il dialogo con Andrea Falcone e con inQuanto teatro, la giovane compagnia di Firenze che ha deciso di portare in scena “Storto” e presentarne un estratto al Premio Scenario, concorso nazionale di teatro per le nuove generazioni. Questa collaborazione è nata da una sensibilità affine: la volontà di dar voce a storie “minime”, normali e la convinzione che ci sia bisogno di onestà e in una certa misura di “spietatezza” per veicolare dei contenuti ai più giovani, nel rispetto della loro intelligenza.