temi amicizia, diversità
tecnica teatro musicale
durata 50 min
fascia d’età + 3 anni
Lo spettacolo è la storia delicata di un quadrato bambino di nome Quadrotto, venuto al mondo per curiosità e dalla curiosità spinto a conoscere e ad esplorare il mondo: un mondo quadro, che parla e si muove come lui. Di notte vede la luna, così tonda, così bella, ma così lontana che per conoscerla bisognerebbe saper volare.
È a questo punto che Quadrotto incontra un tipo strambo e che non sta mai fermo: Tondino. I due si rendono subito conto che non è affatto facile fare amicizia con chi parla un altro linguaggio ed è così diverso da te. Sarà una tempesta a mescolare forme e suoni e, grazie all’intervento dei bambini presenti, scopriranno un mondo nuovo dove tutto è possibile. Anche incontrare la Luna.
È il racconto di un’amicizia costruita passo dopo passo, nel confronto fra forme acute e tonde, nell’ascolto di suoni curvi e spigolosi, nell’incomprensione e nell’intesa. Così, quando una tempesta di vento scompiglia limiti e ostacoli che si ritenevano inconciliabili, i due protagonisti si trovano a costruire insieme un mondo nuovo, pieno di forme e suoni contaminati.
Un prezioso aiuto ai due protagonisti arriverà loro dai bambini presenti in sala, chiamati a entrare nel tappeto della storia per rendere visibile l’invisibile. Solo allora Quadrotto e Tondino capiranno come unire le loro forme per riuscire a volare e cercare insieme la luna.
Quadrotto, tondino e la luna è uno spettacolo di narrazione e animazione in quadri musicali. Insieme però alla parola narrata, il linguaggio dei protagonisti si svela in un gioco sonoro, un confronto al limite dell’incomunicabilità. Le parole dei protagonisti sono “suoni assurdi”, letteralmente “da sordi”, “suoni stonati” prima di trovare l’accordo di un senso condiviso che renda quei suoni dialogo e concerto.
Questo racconto vuole essere anche la storia di molte solitudini, di molte diversità che si arrendono alle “differenze” e rinunciano alla luna. Gli spettatori bambini che intervengono nel nostro racconto come divinità ex-machina e combinano le varie forme sospinte dal vento, conoscono quella strada che noi giudichiamo spesso assurda o incredibile, mostrando a tutti che è la via del gioco e dell’immaginazione. Il loro sguardo include l’impossibile nel possibile. I bambini diventano, così, “compositori”.