La storia: PINOCCHIO – Corpo di legno Da una parte c’è il capolavoro di Collodi, oggetto di una fortuna così vasta, e di un numero di rielaborazioni così ampio, da diventare patrimonio del folklore mondiale. Dall’altro ci sono le bambine e i bambini di oggi, con paure e desideri tutti nuovi, e domande che cercano ascolto e risposta. Abbiamo lavorato perché in mezzo ci sia questa storia: le illustrazioni che la compongono, le parole scelte per raccontarle, le interpretazioni di due attori che la accompagnano (la stessa coppia di interpreti che ha vinto nel 2018 il Premio Scenario Infanzia con “Storto”). Collodi ci ha insegnato che argomenti complessi possono unirsi a una scrittura immediata e vivissima, capace tutt’oggi di parlare a grandi e piccini. La vicenda del ciocco di legno che diventa prima burattino e poi bambino, infatti, ci può aiutare a trovare un nuovo senso di comunione e parentela con la natura, a rassicurare piccoli (e grandi) che l’amore rimane tale anche se piccoli (e grandi) fanno moltissimi errori, e che ognuna e ognuno di noi ha la capacità e la vocazione di trasformarsi e crescere, per diventare bambine e bambini veri, bambini cresciuti magari, ma più vitali che mai!
La performance viene portata a giro nei parchi e nei giardini della città grazie alla tecnica del “Kamishibai” una forma di narrazione molto antica, nata quasi mille anni fa in Giappone. Questo linguaggio sfrutta un piccolo teatro di legno montato su una bici dove vengono mostrati, uno dopo l’altro, i disegni che accompagnano la storia.