Leopold Bloom è il protagonista di Ulysses di James Joyce, ed ha una funzione parallela a quella di Ulisse nell’Odissea omerica. Il personaggio di Bloom è basato per alcuni tratti su Italo Svevo, che fu allievo e amico di Joyce.
Il testo è corroborato da alcune riflessioni di F. Pessoa, tratte dal suo magnifico “libro dell’inquietudine” e racconta la semplice giornata di Leopold Bloom che, come un novello eroe novecentesco, affronta la sua giornata e se stesso in un libero flusso di pensieri.
L’allestimento colloca il protagonista in uno spazio mentale e metafisico costruito con l’aiuto di una realtà Virtuale, che rende spiazzante e onirico il mondo che lo circonda.
Non sapremo mai quanto sia vera questa realtà abitata dall’eroe, o semplicemente una proiezione di questa nostra realtà, dove non si distinguono più i contorni del reale e dove nella libertà di esprimere tutto quello che pensiamo, i confini tra le due dimensioni sono estremamente labili.
Leopold è anche l’espressione di una fragilità che non ha più punti di riferimento né maestri e si trova come un guscio di noce a galleggiare nella tempesta.
Una amara e ironica rappresentazione, non priva di comicità, di quello che siamo diventati in questo tempo liquido e sfuggente .
Tutti noi siamo Leopold, noi che attraversiamo le nostre vite in modo più o meno consapevole, in preda ai nostri istinti e alle nostre pulsioni primarie, consumandoci in un tempo che è la nostra stessa vita