Si scrive “Carpino”, si legge “Carpaneda for partecipation, inclusion and observation of biodiversity changes”. Ovvero “partecipazione, inclusione e monitoraggio dei cambiamenti ambientali” nell’area di Carpaneda. Quel pezzo di terra ad ovest di Vicenza messo sotto la lente da La Piccionaia, che assieme ad una serie di partner (Assemblea Cascina Carpaneda, Comunità vicentine per l’agroecologia, Laboratorio spazi rurali, Scienza Radicata, Aiso e Lies) ne ha fatto il protagonista del progetto denominato appunto “Carpino”. Un programma di “citizen science” finanziato nell’ambito del piano Horizon Europe “Impetus” che punta a riscoprire la zona rurale periurbana coinvolgendo attivamente la cittadinanza di Carpaneda. Di fatto, si tratta di una porzione territoriale che comprende un bosco urbano di circa 7 ettari di estensione, centinaia di ettari di terreni agricoli e una piccola area residenziale in cui si trova la “Cascina Carpaneda”. Quest’ultima – un’ex casa colonica ora abbandonata, di proprietà comunale – è al centro delle iniziative di un gruppo di attivisti, che chiede all’amministrazione di renderla fruibile a tutta la città. E proprio da qui germoglia il progetto “Carpino”. Uno studio multidisciplinare di ricerca partecipata che, spiegano i promotori, «vede come protagonisti coloro che vivono quotidianamente quest’area e tutta la cittadinanza vicentina». Temi che saranno il cuore anche della seconda edizione di “Carpaneda Ecofestival”, dal 13 al 15 settembre. In quell’occasione sarà proposta la prima “scuola” di storia orale nel paesaggio della Carpaneda. Si svolgerà poi il “science camp” curato da Scienza Radicata. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 agosto, sul sito www.piccionaia.org.