sei stato tu
carlo presottocosa produce stima? cosa genera rispetto? come ti comunico il mio rispetto? come ti fai rispettare? sono regole che arrivano dall’esterno? dalla famiglia, dal gruppo di pari dalla scuola dallo stato? è qualcosa che sento dentro di me? ciò che rispetto in famiglia è diverso da ciò che rispetto nel gruppo di amici? Il rispetto per la persona che amo è diverso dal rispetto per un esponente delle istituzioni?
Una storia contemporanea, o forse un thriller per ragazzi che, con un approccio ironico e sorprendente alla realtà e alla sua rappresentazione, propone un tema molto sentito fin dai primi anni della vita sociale: quello del rispetto e delle regole di relazione tra pari e con gli adulti.
Il punto di partenza è il ritrovamento di un paio di occhiali da bambino rotti. Chi è stato? Sei stato tu? Oppure sei stato solo a guardare? Ma se potessi tornare indietro, se potessi cambiare il passato come diventerebbe il presente?
Un racconto circolare che esplora i temi delle differenze, del rispetto, dell’empatia, della solidarietà e degli affetti e pone l’accento su quanto sia importante rafforzarsi l’un l’altro per creare comunità. Un progetto che propone molti modi per rileggere i fatti accaduti, per tornare poi al momento “zero”, da cui ripartire verso il futuro: la soluzione.
“A otto anni, durante un gioco in cortile a scuola, mi hanno rotto gli occhiali. Senza occhiali il mondo è diverso. Appannato, confuso. Non è più il mondo che conosco, è diventato straniero. Farei qualsiasi cosa per tornare indietro. Rivoglio il mio mondo.” (Carlo Presotto)
“Il tempo non è necessariamente una linea, un’unica direzione. Potrei pensarlo come una nuvola di possibilità, tra cui mi muovo secondo ciò che accade e ciò che faccio accadere”. (Pau Palacios)
L’allestimento, partito da un lavoro di raccolta di narrazioni di bambini sul tema, utilizza una particolare tecnica di interazione tra teatro e immagine digitale dal vivo. Con la consulenza drammaturgica del collettivo catalano Agrupación Señor Serrano, Carlo Presotto rielabora in questa messa in scena il suo percorso di ricerca tra teatro e video, nato dall’incontro con Giacomo Verde, e poi sviluppato in numerose creazioni.
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