oltre qui
aurora candelliOltre qui è lì.
Oltre lì è là.
Oltre là è qua?
Questa è la storia
che voglio raccontare.
Una scena semplice, fatta di oggetti neutri. Un personaggio.
Giocando con gli elementi presenti, la protagonista scoprirà un mondo nuovo fatto di dis-equilibrio ed esperienze sensoriali.
Attraverso i diversi giochi che via via si susseguono incontrerà quelle che noi chiamiamo emozioni ma che lei non chiamerà. Semplicemente saranno.
E alla fine del proprio percorso emotivo un grande mobile sarà pronto ad accogliere tutto il suo vissuto, in un perfetto disequilibrio di emozioni.
LE EMOZIONI
Questo spettacolo parla di emozioni, anzi non parla. Le vive.
Esattamente come fanno i bambini a cui è dedicato.
Anche se ancora non riescono a descriverle a parole, i bambini sono in grado di riconoscere facilmente le emozioni che vengono espresse e contestualizzate in una dimensione adatta alla loro età.
In scena sono presentate sei emozioni: felicità, rabbia, tristezza, disgusto, paura e sorpresa. Le cosiddette emozioni primarie, caratterizzate da espressioni facciali innate e trasversali all’interno di tutta l’umanità.
IL DIS-EQUILIBRIO
Ogni bambino, con i propri tempi (ma anche gli adulti), si ritrova a conoscere e provare emozioni. E nel proprio percorso, dovrà destreggiarsi tra la manifestazione, il riconoscimento e la regolazione di queste. Un compito davvero complesso!
La sfida è stata quella di rappresentare questo pensiero all’interno della storia.
La protagonista gioca fisicamente con il tema dell’equilibrio in diversi momenti: ad esempio cerca di stare in equilibrio sul dondolo, prova a fare un percorso sui cubi ma cade, costruisce una torre rotante, costruisce un grande gioco d’equilibrio con tutti gli elementi della scena, gioca con il domino.
E all’interno di questo percorso riconosciamo la protagonista un po’ come un’equilibrista all’interno del proprio vissuto emotivo.
Per rappresentare il dis-equilibrio emozionale mi sono lasciata ispirare dalle opere di Alexander Calder: mobiles che oscillano nell’aria, liberi e imprevedibili. Nelle sue opere mescola saggiamente forme, colore ed equilibri. Così in scena abbiamo riprodotto un mobile che gioca tra l’equilibrio e il disequilibrio fino a quando l’ultimo “pezzetto” troverà collocazione.
IL LINGUAGGIO
La scelta del linguaggio deriva da un’attenta ricerca che prova a rispondere a un quesito: quando parliamo di temi come le emozioni con questa particolare fascia d’età, è più adatto e funzionale uno spettacolo che prevede l’utilizzo delle parole o uno spettacolo che predilige il linguaggio non verbale?
Questa domanda nasce a sua volta da un progetto di ricerca che ho avviato all’interno del Master “Pedagogia e Teatro” dell’Università di Bologna.
Il progetto prevedeva la scrittura e la messa in scena di due studi per la stessa fascia d’età, con gli stessi temi e la stessa scenografia ma con drammaturgia differente e, soprattutto, uno verbale e l’altro completamente non verbale.
Le due esperienze sono state presentate ai bambini e alle educatrici dell’Asilo Nido di Marostica.
La scelta finale è stata di fondere i due studi e il risultato è Oltre qui.
Uno spettacolo in cui il racconto è semplice, diretto e affidato al potere dell’azione che si arricchisce con l’esperienza del personaggio e il tempo della narrazione e della parola.
Questo percorso non ha dato una risposta al quesito iniziale, anzi, ha modificato il punto d’osservazione: non credo che il focus debba essere sulle competenze dei piccolissimi (cosa comprendono, quale linguaggio, …) ma su quanto sia fondamentale una relazione autentica tra l’attore e loro.
Osservatorio Critico di Giocateatro 2024 per Eolo Ragazzi
“In una scenografia semplice, Aurora Candelli, unica attrice (anche autrice) in scena, gioca con gli oggetti che trova attorno a sé. È attraverso l’esplorazione della scenografia, focus principale dello spettacolo, che la protagonista sperimenta e scopre diversi stati d’animo. Uno spettacolo rivolto ai più piccoli (da 1 a 5 anni) che riesce a coinvolgerli e a riempire la platea di risate e al contempo a far esplorare con delicatezza il mondo delle emozioni, legittimandole tutte, in un perfetto disequilibrio che tanto bene rappresenta l’indole variegata e mutevole dell’animo umano.
L’uso delle parole diventa superfluo: la drammaturgia ben curata, con passaggi fluidi da una situazione all’altra e la creazione di una solida e semplice storia che fa da filo conduttore, e l’ottima espressività dell’attrice riesce a colpire diritto nel profondo il bambino, che è portato a riconoscere molto bene le emozioni portate in scena.
Nel finale aperto, i piccoli spettatori sono invitati sul palco a giocare. La trama non si chiude, la luce non si spegne, non c’è un inchino, perché le emozioni non finiscono, non hanno fine e non si mettono in pausa. Un’interessante avventura nel complesso mondo delle emozioni umane, che Trascina i più piccoli alla scoperta di loro stessi e di cosa hanno dentro con semplicità e raffinatezza.”
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