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Scheda artistica

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Non chiamiamola “storia di migrazione”.
Questa è la storia di una generazione che ha visto tutto ed è pronta a tutto.
Maxima, aprile 2019

Quando Maxima parte dalla Siria per raggiungere l’Olanda è il 2015 e lei ha 14 anni. Aleppo, la sua città, è già da diverso tempo zona di guerra. Il padre e la madre acconsentono alla sua richiesta di partire. È vero, lei è la figlia femmina, ma è anche la più forte spiritualmente. Inizia così il suo viaggio, con accanto solo due amici di famiglia, in spalla uno zaino troppo grande e al collo il foulard della madre.
Un viaggio attraverso la Turchia, la Grecia, la Macedonia, la Serbia. Un viaggio a piedi, in barca, o stipati al buio dentro un camion. Un viaggio fatto di confini mutevoli, di controlli, di camminate infinite e piedi che sanguinano, di preghiere sotto la luna del Mar Egeo. Un viaggio non solo fisico, ma anche emotivo e spirituale. Un viaggio di crescita.
Potrebbe essere la trama di un racconto di finzione, un romanzo di formazione che narra l’impresa di un’eroina. Ma la storia di Maxima è una storia vera, che lei stessa ha raccontato insieme alla scrittrice e giornalista Francesca Ghirardelli. Maxima è una dei 6 milioni di siriani che hanno lasciato il proprio Paese dallo scoppio della guerra.
La sua non è una storia tragica, ma tiene dentro di sé la tragedia che ancora oggi attraversa la sua terra e quella di molti altri migranti che cercano asilo, una tragedia di cui l’Europa è complice.
Per molti di loro il viaggio si è interrotto, e sono rimasti bloccati senza la possibilità di superare un confine. Solo sull’isola di Lesbo, nel campo di Moria, nella primavera 2020 vivono in condizioni disumane circa 20.000 persone, in attesa di poter lasciare il campo.
Questo non è solo uno spettacolo, è un progetto che vive oggi dell’incontro con Maxima e con Francesca Ghirardelli.
Un progetto che prova a tenere dentro di sé le storie di chi ancora oggi cerca di partire, di quelli che riescono ad arrivare e di chi invece non ce la fa.
Un progetto fatto della forza di una ragazza 14enne che impara a prendersi cura di sé quando si trova davvero sola.
Un progetto che vive dentro gli occhi di quella ragazza anni dopo, quando parlando a un gruppo di studenti poco più giovani di lei dice “Mi sembra di non avere più paura di niente”.
Un progetto che prova a intrecciare un filo che parte dagli occhi di quella ragazza, pieni di tutto ciò che hanno visto, agli occhi di tutti quelli che sapranno guardare.

“Il viaggio dei migranti in fuga dal proprio paese, martoriato dalla guerra, verso un mondo forse migliore, alla ricerca della felicità, si arricchisce di un nuovo prezioso tassello con “Maxima “ una coproduzione Pandemonium teatro e Piccionaia con in scena Francesca Bellini. Lo spettacolo, scritto e diretto con grande efficacia da Lucio Guarinoni è liberamente tratto da “Solo la luna ci ha visto passare “, scritto dalla stessa Maxima con Francesca Ghirardelli, narra la vera storia del viaggio compiuto dall’adolescente siriana curda Maxima nel 2015 da Aleppo per arrivare in Olanda dalla Siria. Attraverso il racconto, trapuntato da un tappeto sonoro sempre significante, Francesca Bellini, servendosi di pochissimi oggetti di scena e muovendosi tra quinte che all’occorrenza anche muovendosi prendono forme e significati diversi, e un raffinato gioco di luci, ci immerge, tra racconto e vissuto, in prima persona nell’odissea di un ‘adolescente vista anche con gli occhi di una coetanea italiana e in definitiva con quelli del pubblico a cui é destinato.
Mario Bianchi

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