magnificat di alda merini


anagoor


Finisterre - Teatro ai Confini

Dom 26 Marzo 2023, 18:00
Info

di Alda Merini
Con Paola Dallan
Disegno del suono Mauro Martinuz
Disegno vocale Paola Dallan, Simone Derai, Marco Menegoni
Regia di Simone Derai
Produzione Anagoor 2010
Co-produzione Operaestate Festival Veneto, Centrale Fies
Anagoor fa parte del progetto Fies Factory

…mi hai sprofondata / nella carne angelica…

Alda Merini ci lascia il I novembre 2009. Anagoor le rende omaggio, riconoscendola come una delle esponenti più incisive della poesia italiana e più significative per il proprio percorso.

Già materia di studio o di vera e propria messinscena (L’inutile Ronda, Ciclogenesi) intersecata con altre scritture contemporanee, i versi della poetessa occupano qui una dimensione di esclusiva concentrazione. Con la versatilità tonale che la distingue, Paola Dallan presta la voce ad un lungo poemetto e alla sua protagonista: Magnificat, uno dei più recenti componimenti della Merini che ne testimonia la fase mistica. In esso, senza biografismi, né agiografia, l’autrice restituisce la complessità di Maria: una creatura di luce e carne, fragile, smarrita, spaventata… e perdutamente innamorata di Dio.

Alla prima lettura, il Magnificatricorda infatti una conversazione notturna tra amanti, isolata al telefono: «Ho saputo tutto di te / come ogni donna terrena / sa tutto dell’uomo che ama». La distanza fisica tra i due e il filtro della cornetta rendono l’intimità più vibrante di sensualità: «Nessuna carezza / è mai stata così silenziosa / e presente / come la mano di Dio».

Su questa labilità del confine tra umano e divino, tra sacro e profano, la scrittura imprevedibile della poetessa gioca a scardinare l’immagine consolidata nella tradizione europea e a rintracciarne una non univoca ma vibrante di contrasti: fanciulla, adolescente, donna, madre, e di colpo invecchiata dalla morte del figlio. La dolente maternità di Maria è un filo essenziale del suo amore, come pure della sua ambiguità, della sua  sospensione tra terra e cielo.

Parallelamente alla ricerca sull’icona e sulle immagini, la Compagnia torna a dedicarsi alla parola poetica e si concentra esclusivamente sull’elaborazione musicale e vocale. L’impatto dell’interpretazione, affidata alla sensibilità di Paola Dallan e alla riproduzione acustica del medium telefonico, colma il vuoto scenico: l’ascolto assorbe ogni attenzione e conduce in un viaggio denso di suggestioni.Con la scelta tematica, Anagoor conferma la propria predisposizione spirituale e intellettuale all’indagine metafisica: un interesse per il sacro che nasce e cresce in un contesto storico e geografico segnato dalle lacerazioni culturali e sociali inferte dalle radicali trasformazioni economiche.