La poesia in Italia sta vivendo un momento di rinnovamento eccezionale. A partire dai primi anni Duemila, l’immensa tradizione poetica italiana ha incontrato le nuove forme espressive del rap, della spoken music, e in particolare la disciplina performativa della slam poetry, dando il via a una nuova generazione di poeti che, oltre a essere autori, sono spesso attori e artisti performativi.
Il poetry slam è una disciplina nata negli Stati Uniti negli anni Ottanta, con l’obiettivo di restituire alla poesia una dimensione orale, popolare e partecipata, all’opposto di una poesia spesso percepita come solitaria ed elitaria. Sei poeti salgono sul palco e hanno tre regole: pezzi scritti da loro, solo corpo e voce, e tre minuti di tempo. Il vincitore o la vincitrice è deciso dal pubblico, per serate che molto presto diventano seguite, partecipate e diffuse in tutti gli Stati Uniti, e nel mondo.
In Italia il poetry slam arriva nei primi anni Duemila, dando luogo nei due decenni successivi a un fiorire di collettivi artistici da Roma a Milano, da Napoli a Venezia, di un seguito di pubblico sempre più ampio e spesso molto giovane, e, sulla scia di molti altri paesi del mondo, un vero e proprio campionato nazionale organizzato dalla LIPS, Lega Italiana Poetry Slam, il quale ogni anno decreta il campione nazionale italiano, che rappresenta l’Italia alla World Cup di Parigi.
Dal 2021 al 2023, per tre anni di fila, l’Italia è campione del mondo di poetry slam. Grazie alle performance nel 2021 di Giuliano Logos, nel 2022 di Lorenzo Maragoni e nel 2023 di Filippo Capobianco, il pubblico assegna la vittoria a tre performer italiani, che, superando i rappresentanti di numerosi Paesi del mondo, portano la poesia in lingua italiana a un riconoscimento mai ottenuto prima.
Grazie a questi eventi, il poetry slam italiano assume una visibilità nuova, e tramite il lavoro di Lorenzo Maragoni, oltre a slammer anche autore teatrale, regista e attore, inizia a incontrare il mondo del teatro: centri teatrali come il Teatro Metastasio di Prato, il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro Stabile di Bolzano e il Teatro di Roma iniziano a produrre spettacoli e attività di formazione legati alla slam poetry. Inoltre, numerose università e poli artistici e museali dedicano spazio al poetry slam, attraverso progetti speciali, tesi di laurea e pubblicazioni, e la slam poetry diventa materia di insegnamento all’interno di corsi di formazione per attori e attrici.
Senza rinnegare la profonda tradizione poetica italiana, da quella tradizionale alle avanguardie, da quella umoristica a quella lirica, e contaminandola con le arti performative, con il mondo del teatro di narrazione e con la stand up comedy, la slam poetry italiana è diventata riconoscibile nel mondo per la sua potenza ritmica ed espressiva, per l’ampiezza delle tematiche affrontate, e per la capacità di evocare, con solo un microfono e il corpo e la voce del performer, mondi espressivi di suoni e parole, di immagini e storie.
Nel 2023 il Teatro Metastasio di Prato incontra il lavoro di Lorenzo Maragoni, e nasce un monologo che mescola il linguaggio della slam poetry, quello della stand up comedy e quello del teatro, con una grande attenzione al rapporto con il pubblico. Il monologo, chiamato Grandi numeri, racconta con ironia e profondità la transizione umana al mondo digitale: parlando di content creation, di algoritmi, di raccolte di dati e di intelligenza artificiale, si chiede: qual è, oggi, il ruolo della poesia?